domenica 29 gennaio 2012

La pastorella della Madonna

Giacinta di Fatima

Tratto da: “La pastorella della Madonna”


..dai racconti di Sr. Lucia di Fatima

Nel 1935 Suor Lucia scrive circa sua cugina Giacinta: "Ho speranza che il Signore, per la gloria della Santissima Vergine, le concederà l'aureola della santità. Lei era bambina solo negli anni. Per il resto, sapeva praticare le virtù e mostrare a Dio e alla Santissima Vergine il suo amore per la pratica del sacrificio... È ammirevole come avesse compreso lo spirito di preghiera e di sacrificio che la Madonna ci raccomandò.... Conservo di lei una grande stima di santità". E aggiunge: "Giacinta fu, secondo me, quella a cui la Madonna comunicò una maggiore abbondanza di grazie, di conoscenza di Dio e della virtù... Aveva un portamento oltremodo serio, modesto e amabile, che sembrava tradurre la presenza di Dio in tutti i suoi atti, proprio da persona avanti negli anni e di grande virtù".

Leggiamo nella prefazione all'edizione portoghese di quest'opera: "Questo libricino, nelle sue poche pagine elaborate dal grande apostolo di Fatima, padre Fernando Leite...ci fa scoprire la semplicità e trasparenza dell'anima gigante della piccola Giacinta. E ci fa vedere a tutti noi, in particolare ai bambini, come una bambina, a partire dai sei anni...fino alla morte, prima di compierne dieci, diventò una risposta fedele alle richieste del Celestiale Messaggero e della Madonna.

Tre amici
Ai due fratellini Francesco e Giacinta piaceva molto andare insieme alla loro cugina Lucia, che viveva nella stessa zona di Aljustrel, in una casa vicina. Scrive Lucia:

"Non so perché Giacinta e suo fratellino Francesco avessero per me una particolare predilezione e mi cercassero quasi sempre per giocare. Non gli piaceva la compagnia di altri bambini e mi chiedevano di andare a un pozzo che avevano i miei genitori in fondo al podere".

In quel luogo saltellavano, giocavano e si divertivano un mondo, raccontandosi le belle storielle che ognuno sapeva. Insieme pure partivano con le pecore verso il monte.

"A Giacinta piaceva molto prendere gli agnellini bianchi, sedersi cingendoseli al collo, abbracciarli e baciarli e, quando calava la notte, portarli a casa tenendoli sempre al collo perché non si stancassero. Un giorno, tornando a casa, si mise in mezzo al gregge:

"- Giacinta - le domandai - perché sei lì, in mezzo alle pecore?

"- Per fare come Nostro Signore, il quale in quel santino che mi hanno dato sta anche lui così, in mezzo a molte pecore e con una al collo".

Tre baci e tre abbracci

In certe occasioni si divertivano giocando alle "prendas". Chi vince impartisce ordini a chi perde. Lucia racconta quanto segue al riguardo a Giacinta: "Un giorno stavamo giocando così a casa dei miei e mi toccò di darle a lei un ordine. Mio fratello stava scrivendo seduto a un tavolo; le disse allora di dargli un abbraccio e un bacio.

"- Questo no! Ordinami altro - reagisce Giacinta -, perché non mi chiedi di baciare Nostro Signore che è lì? (si trattava di un crocifisso appeso alla parete).

- Va bene - risposi - sali su una sedia, portalo qui e, in ginocchio, gli darai tre baci e tre abbracci, uno per Francesco, uno per me e un altro per te.

- A Nostro Signore ne do tutti quelli che vorrai.

E corse a prendere il crocifisso. Lo baciò e abbracciò con tale devozione, che mai dimenticherò quella azione."

Tre baci e tre abbracci a Gesù e Maria, non sarà questo il simbolo della vita dei tre pastorelli? Non è stata tutta un bacio d'amore a Nostro Signore e alla Sua Madre Santissima?

Gesù nascosto

Siccome mia sorella era zelatrice del Sacro Cuore di Gesù - racconta Lucia – si era assunta l’impegno di vestire alcuni angioletti che avevano il compito di lanciare fiori vicino al baldacchino del Santissimo durante la processione...". Giacinta fu una delle bambine scelte per sì onorevole incarico.

Mia sorella - continua Lucia - ci spiegò come dovevamo far cadere i fiori sul Bambino Gesù.

Giacinta chiese:

- E noi lo vedremo?

- Sì, rispose mia sorella. Sarà portato dal Signor Priore...

Arrivò infine il giorno tanto atteso... Ci misero tutte e due accanto all'altare e nella processione accanto al baldacchino, ognuna col suo cestino di fiori. Nei luoghi segnati da mia sorella, lanciavo su Gesù i miei fiori. Nonostante i molti segni che feci a Giacinta, non riuscii a farle lanciare neanche un fiore. Lei guardava in continuazione il signor Priore e niente altro. Quando finì la processione, mia sorella la portò fuori della chiesa e le domandò:

- Giacinta, perché non hai lanciato i fiori su Gesù?

- Perché non l'ho visto.

Poi mi chiese:

- Allora, tu hai visto il Bambino Gesù?

- No! Ma non sai che il Bambino Gesù nell'Ostia non si vede, è nascosto? È Lui che noi riceviamo nella nostra comunione."

Gesù nascosto passò ad essere l'espressione con cui i tre pastorelli si riferivano a Nostro Signore Sacramentato.

Grazie Gesù, per averci donato” Giacinta”

fa che molti piccoli posso seguire il suo esempio

per santificarsi e donarsi per la salvezza delle anime. Amen.


Santa Giacinta di Fatima

PREGA PER NOI!




dal sito: preghiereagesuemaria

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